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La Belle Dame de Saint-Merci

Indice Il pittore L’opera che ispirò l’opera Il dipinto e i costumi Fonti bibliografiche   La Belle Dame de Saint-Merci è il solo tit...

Chaucer alla corte di Edoardo III

Indice

 

Il pittore

Figura 1 – Ritratto dell’autore

 

Ford Madox Brown è stato un pittore inglese. Nacque a Calais il 16 aprile 1821. Figlio di un commissario di bordo, studiò in diverse città europee quali Gand, Bruges e all'Accademia di Anversa. Cominciò a studiare disegno e a viaggiare in Europa quando era ancora molto giovane. Nel 1840 visitò Parigi, rimanendo particolarmente colpito dalle opere di Eugène Delacroix e di Paul Delaroche. Nel 1844 partecipò a Londra alla gara per la decorazione del palazzo del Parlamento; nel 1845 a Roma incontrò alcuni pittori cosiddetti nazareni, cioè facenti parte di un gruppo di artisti che propugnavano un ritorno alla pittura del Quattrocento italiano, da loro considerata il massimo esempio di grandiosità e purismo. Quest’incontro spinse l'attenzione di Brown verso gli effetti naturali della luce e verso la limpidezza del colore sia in composizioni calme e pacate che in opere drammatiche basate su fatti reali e contemporanei. Tornato in Inghilterra, conobbe Dante Gabriel Rossetti, il quale lo presentò al gruppo dei pittori preraffaelliti, con i quali entrò in stretti rapporti. Brown non fu mai un vero membro di questo gruppo, anche se spesso viene associato a loro per il suo interesse alla pittura dei primitivi, in particolare dei fiamminghi Jan Van Eyck e Hans Memling, e per la costante opposizione al classicismo accademico. Inizialmente, il suo rifiuto per il freddo classicismo allora imperante fu compreso ed apprezzato solo da alcuni giovani artisti, come i preraffaelliti, ma non dalla maggioranza dei critici del tempo.

Per molto tempo le sue opere furono rifiutate dalle esposizioni e dalle gallerie più importanti e dovettero passare molti anni prima che Brown diventasse un artista apprezzato. Brown morì a Londra il 6 ottobre 1893 all'età di 72 anni.

 

Le opere di Brown trattano solitamente soggetti morali e storici, mescolando dramma e allegoria in uno stile caratteristicamente grafico spesso ispirato a William Hogarth: questo fa di Brown un pittore complesso e talvolta artificioso.

 

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Geoffrey Chaucer. Poeta, scrittore e diplomatico

Geoffrey Chaucer nacque a Londra in una famiglia piuttosto modesta nel 1343. Chaucer è noto soprattutto per aver scritto molte delle sue opere, tra cui la più famosa I racconti di Canterbury, in medio inglese quando la maggior parte degli scrittori adottava il latino o l’anglonormanno. le sue informazioni biografiche sono piuttosto scarse, ma una ricostruzione della sua vita, se pur approssimativa, la dobbiamo alle fonti, anche reali, in cui si parla di lui. Prestò servizio sotto la monarchia inglese plantageneta del XIV secolo, durante la Guerra dei Cent’anni, in particolare iniziò il suo servizio a corte con Edoardo III, figlio di Edoardo II e Isabella di Francia, figlia di Filippo IV il Bello. Edoardo III fu il re inglese durante il cui regno ebbe inizio la sanguinosa e centenaria guerra che portò le due nazioni: Francia ed Inghilterra ad un ennesimo scontro armato.

 

Figura 2 – Ritratto di Chaucer, tratto dall’Ellesmere Manuscript. Huntington Library, in San Marino, California (MS EL 26 C 9). Fonte immagine: Wikipedia [1]

 

Le fonti che parlano dell’infanzia e adolescenza di Chaucer sono confuse, ma un’attenta analisi delle sue opere suggerisce che egli avesse una profonda conoscenza di latino e francese. La prima menzione ufficiale di Chaucer risale al 1357 quando era poco più che adolescente e venne preso in veste di domestico presso la casa di Elisabeth di Burgh, contessa di Ulster. Successivamente ritroviamo Geoffrey al lavoro a corte in veste di diplomatico. Nei primi anni della Guerra dei Cent’anni avrebbe affiancato lo stesso Re Edoardo III nelle campagne militari e a Reims venne catturato. Il re stesso pagò per la sua liberazione e Chaucer venne rilasciato. Dai documenti segue un periodo “morto” in cui di lui non si hanno notizie e la sua storia, stando alle fonti, riprende nel 1366 quando sposò Filippa, damigella al seguito della Regina Filippa di Hainaut [2] e futura cognata di Giovanni di Gand [3]. Dal suo matrimonio, Chaucer ebbe probabilmente quattro figli, ma non abbiamo notizie certe riguardo al numero [4].

 

Sempre al servizio di Edoardo III e in vesti diplomatiche avrebbe agli sponsali del figlio del re, Lionello d’Anversa con la principessa italiana Violante Visconti, figlia di Galeazzo II [5]. In realtà i viaggi di Chaucer furono numerosi e avrebbe soggiornato anche in Italia venendo a contatto con la letteratura italiana. Un altro viaggio, ma non è certo, pare che avesse lo scopo di contrattare per conto del re il matrimonio tra il nipote di questi, il futuro Riccardo II e una principessa francese, matrimonio che però non avvenne mai e nel 1378 Riccardo fu inviato presso la corte viscontea al seguito di uno dei più famosi capitani di ventura del suo tempo: John Hawkwood [6]. Una possibile indicazione che la sua carriera, come scrittore, fosse apprezzata già all'epoca viene da Edoardo III: il re infatti accreditò a Chaucer un gallone di vino al giorno per il resto della vita, come ricompensa di servigi sconosciuti resi dallo scrittore al sovrano. Questo genere di pagamento era inusuale, ma venne dato nel giorno della celebrazione il 23 aprile 1374, giorno di San Giorgio, quando venivano premiate le opere artistiche.

 

Nel 1387 morì la moglie Filippa e per Chaucer iniziò un periodo di crisi economica, data dai cattivi rapporti con i potenti: crisi che supererà probabilmente con il ritorno di Giovanni di Gand nel 1390. È in questo periodo di crisi che alcuni studiosi pongono l'inizio del suo capolavoro, I racconti di Canterbury. Nel settembre dello stesso anno, documenti attestano che il poeta fu derubato, e forse ferito, durante un suo pattugliamento e poco dopo, il 17 giugno 1391, smise di ricoprire questa carica. Quasi immediatamente dopo, il 22 giugno 1391, in seguito al ritorno di Giovanni, venne nominato sovraintendente alle acque del Tamigi presso la parte meridionale di Londra, e vice-intendente forestale di North Pethenton Park. Gli ultimi scritti sono traduzioni e trattati, il Boezio e il Trattato sull'astrolabio (scritto per il figlio Lewis), datati 1392. Il nuovo re Enrico IV rinnovò il contratto con Chaucer, fatto in precedenza da re Riccardo, ma nella Lamentela di Chaucer per il suo Borsello, il poeta accenna al mancato rispetto del pagamento da parte del nuovo sovrano: l'ultima testimonianza scritta del poeta è del 5 giugno 1400, quando compare una somma di denaro che gli fu data. Si presuppone anche che abbia avuto luogo in quest'anno l'ultima revisione dei Canterbury Tales, prima della morte che lo colse il 25 ottobre 1400. Geoffrey Chaucer fu sepolto nell'abbazia di Westminster, in un'ala che prenderà in seguito il nome di Angolo dei poeti.

 

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Il dipinto e i protagonisti

 

Il dipinto ritrae Chaucer durante la lettura di un libro ad una corte e possiamo ben vedere che il re, che dal titolo stesso del dipinto, è Edoardo III, è ormai vecchio ed è circondato da una corte piuttosto eterogenea: donne, uomini, cortigiani, musici, soldati. Anche se il protagonista principale del dipinto è il poeta inglese di cui abbiamo descritto sopra la biografia, il re è il protagonista secondario. Alto e bello, Edoardo trasse ispirazione dalla cavalleria medievale per i suoi ideali di vita. Durante tutto il suo regno sostenne fortemente e promosse la cavalleria, il che gli consentì di sviluppare buone relazioni con la nobiltà del regno. Il suo regno (durato cinquant'anni) cominciò quando fu deposto il padre Edoardo II d'Inghilterra il 21 gennaio 1327, e finì nel 1377 [7]. La salita al trono inglese non fu facile per Edoardo e fin dai primi anni di regno la politica lo tenne impegnato, specie sul campo di battaglia su due fronti: quello scozzese prima e quello francese dopo, quando scoppiò la Guerra dei Cento anni. Edoardo sposò Filippa di Hainaut, dalla quale ebbe quattordici figli. La regina Philippa morì di idropisia [8] nell'agosto 1369 e dopo la sua morte Edoardo III si diede ai piaceri e divenne l'ombra del giovane uomo che aveva invaso la Francia e preteso il suo trono. Edoardo continuò la relazione voluta dalla stessa moglie Filippa, che negli ultimi anni di vita a causa di una caduta da cavallo non era più fertile, con Alice Perrers, che era già stata dama della stessa Filippa. Alice e il re si amarono molto e lei fu ingiustamente diffamata dopo la morte del sovrano con accuse di falsa avarizia. Al re diede tre figli, di cui lui riconobbe solo il maschio John. Nel settembre 1376 il re si ammalò gravemente, probabilmente colpito da un ascesso. Ebbe un breve recupero, ma, ormai indebolito, morì il 12 giugno 1377 nel Palazzo Sheen. Alice Perrers gli fu vicina fino alla morte e esaudì tutte le sue volontà. Egli fu sepolto nella Abbazia di Westminster e gli successe il nipote Riccardo II, figlio del Principe Nero.

 

Figura 3 – Edoardo III in una rappresentazione dell’Ordine della Giarrettiera, da lui fondato. Il ritratto è preso da una pagina del Bruges Garter Book della prima metà del XV secolo. Fonte immagine: Wikipedia [9]

 

Edoardo III è stato responsabile della fondazione Inghilterra il più famoso ordine di cavalleria, l'Ordine della Giarrettiera. La leggenda narra che mentre ballava con il re una signora (da alcune fonti si pensa fosse Catherine Montacute, contessa di Salisbury, sua amante del momento) si imbarazzò per avere perduto la sua giarrettiera. Il Re cavaliere la recuperò per lei, la legò galantemente attorno alla sua gamba affermando "Honi soit qui mal y pense [10]". Si tratta più probabilmente di una leggenda che di un fatto reale, anche perché la giarrettiera quale indumento intimo non esisteva in epoca medievale, ma comparve solo in età moderna. Probabilmente più che una giarrettiera vera e propria, doveva trattarsi di un nastro che stringeva la calza per sorreggerla [11].

La corte di Edoardo III era una corte ricca, certamente ospitava anche scrittori e artisti e a questo probabilmente si ispirò il pittore per realizzare l’opera.

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I costumi dei personaggi

La maggior parte dei costumi dei personaggi è quella tipica della moda del XIV secolo. Durante il suo regno Edoardo III incoraggiò il commercio dei tessuti e la loro produzione tanto che molti artigiani, anche stranieri si trasferirono in Inghilterra. Grazie a questo “passaggio” furono possibili cambiamenti nella moda maschile e femminile inglese del XIV secolo e furono introdotti non solo nuovi elementi, ma anche nuovi materiali. L’abito maschile divenne stretto e corto rispetto alle lunghe tuniche adottate nei decenni precedenti, in modo che tutta la gamba fosse ben visibile. La tunica, gypon, veniva indossata sopra la camicia e sopra ancora era indossata la cotehardie. Fino al 1360 circa la tunica era di lunghezza media, raggiungendo il ginocchio mentre successivamente fu accorciata ancor di più tanto da coprire a malapena i fianchi e la parte anteriore era molto imbottita. Della camicia si vedevano solo i polsi e il resto era nascosto dalla cotehardie. Anche quest’ultima era lunga quanto la tunica o gypon inizialmente, ma dal 1360 anch’essa fu accorciata, in maniera proporzionale, almeno nel vestiario maschile. I calzoni maschili divennero un poco più aderenti ed erano spesso tenuti fermi da lacci che li tenevano attaccati alla tunica, grazie alla presenza di fori corrispondenti.

 

La cotehardie femminile rimase invece lunga come la camicia, che arrivava a toccare terra. La cotehardie aveva maniche più corte che permettevano di intravedere la camicia al di sotto, e avevano un peduncolo che arrivava spesso a toccare terra. Sul davanti la cotehardie femminile era caratterizzata da un taglio e l’allacciatura era costituta da bottoni allineati, lunga fino a sotto il seno. Inoltre la cotehardie femminile era caratterizzata da una scollatura molto ampia che quasi scopriva le spalle, una vera e propria rivoluzione nella moda femminile del XIV secolo.

 

In vita sia uomini che donne portavano la cintura, i nobili in particolare la portavano arricchita di gemme e decorazioni se la cintura era realizzata anche con parti metalliche.

Le scarpe, anche maschili divennero appuntite e con suola di cuoio. I mantelli, semicircolari si allacciavano tramite due spille e venivano foderati con raso o seta [12].

 

In testa veniva indossato un cappello foderato con pelliccia di castoro, anche dai membri della casa regnante e le donne, ma non solo, dal 1350 usavano abbellire i copricapi con piume di struzzo o di pavone, anche all’interno dell’ambiente domestico. I capelli delle donne erano solitamente raccolti in trecce, arrotolate poi ai lati della testa e protetti con cuffie rigide e il tutto era coperto in alto da un velo di seta, ma solo le nobildonne erano solite ad usare questo tipo di acconciature note anche come crespinettes.

 

Brown - Chaucer at the Court of Edward III      Brown - Chaucer at the Court of Edward III      Brown - Chaucer at the Court of Edward III

 

Nel dipinto vediamo nell’insieme tutti questi elementi appena descritti, persino qualcuno con indosso il cappuccio noto anche come liripipe, o cappuccio a pipa caratterizzato dal lungo prolungamento dietro la testa. Si notano anche dei soldati con lo scudo decorato coi motivi dello stemma plantageneto di Edoardo. Si notano anche dei costumi più tipici del periodo di governo del padre, Edoardo II con le sopravvesti aperte sul fianco per le donne.

 

È caratteristico del periodo di regno di Edoardo III l’abito di Chaucer, che indossa una sorta di tunica allacciata sul davanti con maniche lunghe di colore grigio, scarpe appuntite in pelle e in testa porta una sorta di copricapo tipico proprio del Trecento e che si ritrova anche in un manoscritto miniato della prima metà del XIV secolo, il Luttrell Psalter alle pagine 15 dove il capello è indossato da un rematore e a pagina 29 in basso. Il nome esatto di questo copricapo è hood-lum in alcuni testi riguardanti il costume e in italiano viene tradotto da francese chaperon in capperone. Era una copricapo maschile, ibrido tra il cappuccio ed il turbante, entrato in uso in Europa occidentale nel corso del Basso Medioevo e rimastovi sino all'Età Moderna. Le prime tracce scritte che parlano di questo copricapo risalgono al XIII secolo, in un manoscritto noto anche come Liber ruralium commodorum dove viene descritto come un copricapo tipico della classe contadina e nato con scopo prevalentemente pratico, ossa quello di ripararsi dalla pioggia. L'origine pratico-lavorativa dell'indumento è altresì confermata dal modo di dire italiano, ormai desueto, "Portare il capperone", con valenza di "essere preparati alla sventura" come il lavoratore che, temendo di incappare nella pioggia lungo il cammino, si porta appresso il capperone. Risulta ad oggi abbastanza complicato comprendere come mai questo indumento "povero" venne improvvisamente adottato dalle alte classi sociali europee durante il Tardo Medioevo, salvo poi tornare relegato ad indumento di uso prettamente lavorativo nel corso del XVI secolo. Fu, probabilmente, la lunga cornetta a permettere al capperone questo cambio d'utenza: essa si prestava infatti ad un riutilizzo dal sapore orientaleggiante in linea con il gusto francese tardo-medievale che prediligeva abiti esotici. Furono i conti di Franca Contea a lanciare ufficialmente nella moda francese prima ed europea poi l'uso del capperone, enfatizzando l'uso di riavvolgere intorno al capo la cornetta del cappuccio.

 

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Fonti bibliografiche

 

  • http://romandelarose.org/#home – Manoscritto digitalizzato con interessanti e coloratissime miniature che riprendono in parte anche i costumi di fine XIV e inizi XV secolo.
  • Costume. Fanciful, historical, and theatrical. Compiled by Mrs. Aria. Ill. by Percy Anderson. MacAiillan And Co., Limited ed. London 1906 – 316 pp.
  • Historical costumes of EnglandFrom the Eleventh to the Twentieth Century di Nancy Bradfield A.R.C.A. G.G. Harrap & Co. 3rd ed.
  • Roman de la Rose. Opera iniziata da Guillaume de Lorris nel 1237, che ne scrisse 4.058 versi. In seguito, essa fu ripresa e completata, con più di 18.000 versi, da Jean de Meung tra il 1275 e il 1280. Il Roman provocò molte polemiche sulla visione della donna espressa da Jean de Meung, suscitando tra l'altro la risposta di Christine de Pizan (1362-1431), che possiamo considerare una delle prime querelle femministe. Una parte del poema venne tradotta in inglese da Geoffrey Chaucer con il titolo The Romaunt of Rose, ed ebbe una grande influenza sulla letteratura inglese.

 

Note:

[1] https://en.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_Chaucer#/media/File:Chaucer_ellesmere.jpg

[2] ) Fu regina consorte di Edoardo III d'Inghilterra. Era figlia di Guglielmo I, conte di Hainaut e di Giovanna di Valois, pronipote di Luigi IX, il Santo, nipote di Filippo IV, il Bello, sorella del re di Francia Filippo VI di Valois. Si sposò con Edoardo nella Cattedrale di York, il 24 gennaio 1328 e undici mesi dopo la sua ascesa al trono d'Inghilterra, diversamente dai suoi predecessori, ella si fece amare dal popolo inglese e non riempì la corte inglese di cortigiani provenienti dal suo paese d'origine.

[3] Fu conte di Richmond dal 1342 al 1372, duca di Lancaster dal 1362 e duca d'Aquitania dal 1390 alla sua morte; fu inoltre il capostipite del casato reale britannico di Lancaster. Era il quartogenito maschio del re d'Inghilterra e duca d'Aquitania Edoardo III e di Filippa di Hainaut.

[4] Il figlio Thomas ebbe un’illustre carriera divenendo oratore presso la Camera dei Comuni.

[5] Nell'ambito della complessa trama di alleanze diplomatiche perseguita dal padre, appena tredicenne andò in sposa a Lionello di Anversa, figlio di Edoardo III d'Inghilterra e vedovo di Elisabetta de Burgh. Il matrimonio fu celebrato nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Pavia tra la fine di maggio e gli inizi di giugno del 1368.

[6] Italianizzato in Giovanni l’Acuto fu un condottiero e cavaliere medievale inglese. Il nome italiano gli fu attribuito da Niccolò Machiavelli. Secondo la leggenda, era il secondo figlio d'un conciatore di pelli dal villaggio di Sible, presso il castrum di Hedingham nella contea d'Essex. Altre leggende fanno di lui un sarto prima di diventare soldato. In ogni caso intraprese la carriera militare e combatté per il suo re Edoardo III d'Inghilterra durante la guerra dei cent'anni. Dopo la pace di Brétigny (trattato che pose fine alla prima fase del conflitto) fondò una banda di mercenari, la Compagnia Bianca del Falco, che si schierava in difesa dello stato che la pagava meglio. È un esponente importante della Cavalleria medievale. Nel 1362 venne reclutato dal Marchese del Monferrato e scese in Italia; a Lanzo Torinese sorprese Amedeo VI di Savoia, il quale fu costretto a pagare un ricco riscatto per la sua libertà e quella delle località sabaude cadute in mano agli avventurieri. Successivamente si spostò in Toscana dove combatté per Pisa nella Battaglia di Cascina del 1364. In seguito fu al servizio prima di Firenze e in seguito di Bernabò Visconti, del quale sposò una figlia illegittima nel 1377. Poco dopo sciolse l'alleanza anti-papale, provocando l'ira dei Visconti: dopo un acceso diverbio con il duca, egli firmò un trattato di amicizia ed alleanza con la Repubblica di Firenze. Poi combatté per Pisa e per il papa Gregorio XI nella guerra degli otto santi che contrapponeva lo Stato Pontificio a Firenze: in questo conflitto egli si mise in luce nella distruzione della città di Cesena, da lui eseguita nel febbraio del 1377. Passò poi dalla parte degli Angioini di Napoli contro quelli di Durazzo e contro Gian Galeazzo Visconti. È ricordato anche nella storia biografica del capitano di ventura italiano, Alberico da Barbiano, che combatté al suo fianco prima di fondare la Compagnia di San Giorgio.

[7] Solo Enrico III prima di lui aveva regnato così a lungo, e ci vollero altri 400 anni prima che un altro monarca occupasse il trono con questa durata. Il regno di Edoardo fu segnato dall'espansione del territorio inglese attraverso le guerre in Scozia e in Francia.

[8] È un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali dell'organismo. Il termine idropisia o idrope (per quanto sinonimo di edema) indica l'accumulo del liquido sieroso in una cavità del corpo, solitamente quella peritoneale.

[9]https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/de/Edward_III_of_England_%28Order_of_the_Garter%29.jpg

[10] Tradotto: guai a chi pensa male. Ad oggi il Gran Maestro dell’Ordine della Giarrettiera è la Regina Elisabetta e suo nipote William è cavaliere dell’Ordine dal 2008.

[11] Il termine inglese garter deriva dall’anglo-francese del XIV secolo gareter che a sua volta deriva da garet ed indicava proprio un laccio con la funzione di reggere la calza.

[12] Tra i nuovi materiali utilizzati per la realizzazione di abiti dal 1350 andarono particolarmente di moda il raso e la seta, la flanella ed il bisso variopinti, anziché grezzi. Per quanto riguarda i capi di lana andò particolarmente di moda il panno verde fiammingo noto anche come Lucherino ed il panno grigio Mustcrdevilliers della Normandia.