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La Belle Dame de Saint-Merci

Indice Il pittore L’opera che ispirò l’opera Il dipinto e i costumi Fonti bibliografiche   La Belle Dame de Saint-Merci è il solo tit...

La barca…

Indice

 

L’opera

 

Il dipinto qui rappresentato è noto con vari titoli, anche se nella maggior parte delle didascalie il titolo originale sarebbe In Time of Peril che significa in tempo di pericolo. La scena rappresenterebbe la fuga di una nobildonna con due figli piccoli in un luogo sicuro, accompagnati da una guardia e muniti solo di un baule (alle spalle della donna e del bambino più grande). Se ci facciamo caso noteremo che il luogo raffigurato è, sotto diversa angolazione però, lo stesso del quadro The Keys.

 

  

Figura 1 – Confronto delle due immagini, notare l’angolazione e il luogo

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Il quadro potrebbe raccontare una storia vera?

Eravamo curiosi di scoprire se il quadro avesse per caso preso ispirazione da un fatto vero, di cronaca e abbiamo fatto approfondite indagini. Per prima cosa abbiamo studiato attentamente i costumi rappresentati nel dipinto e li abbiamo datati, approssimativamente sono costumi del XIV secolo, in Inghilterra. L’elmo del cavaliere compare negli anni ’30 del XIV secolo ed era un elmo semplice costituito dal casco in metallo che serviva a proteggere la calotta cranica e aveva attaccata una porzione di maglia in ferro che scendeva a proteggere la parte superiore delle spalle e la gola (camaglio) [1]. Questo tipo di elmo era meglio noto come bacinetto ed era una tipologia di elmo europeo medievale privo di protezione della faccia. In genere veniva utilizzato calzando al disotto un camaglio di maglia di ferro e nelle successive evoluzioni una visiera corazzata incernierata. Questo tipo di elmo, si distingue per la forma appuntita del coppo e la leggera inclinazione all'indietro. Il bacinetto fu la tipologia di elmo più in uso durante la Guerra dei Cento Anni.

 

Figura 2 – A sinistra un cavaliere del 1250 con protezione della calotta cranica realizzata con maglia di ferro (Osprey Warrior 48 p. 39). Al centro cavalieri del 1330 e del 1350 con camaglio ed elmo a protezione della calotta cranica in un pezzo unico privo di visiera, per permettere la visuale (Osprey Warrior 58, p. 35 e 39). A destra elmo del 1390 con camaglio attaccato al casco, è visibile anche la parte di casco con delle protuberanze su cui veniva agganciato il camaglio (Osprey Warrior 35, p. 42).

 

Anche la dama indossa un abito e porta un’acconciatura tipici del Basso Medioevo, tipicamente del periodo di Edoardo II d’Inghilterra (1307-1327) e in questo periodo l’elmo noto come bacinetto esisteva già. La Guerra dei Cento Anni non è ancora cominciata, ma il fermento è vivo certamente in questo periodo e l’Inghilterra è occupata a combattere contro una Scozia che vuole l’indipendenza a tutti i costi. La situazione è dunque critica, di pericolo, chi potrebbe dunque essere la donna del dipinto, che fugge con armi, figli e bagagli? Abbiamo controllato le consorti e anche le amanti dei sovrani inglesi e dei nobili principali del periodo di Edoardo II e dei suoi immediati successori, per avere più ampia libertà di ricerca. La donna protagonista nel periodo di Edoardo II è certamente Isabella, chiamata anche Lupa di Francia. Fu data in moglie al giovane principe inglese non appena raggiunse la pubertà ma la coppia non doveva vivere l’idillio dell’amore coniugale. Edoardo era omosessuale, a corte aveva il proprio amante e tale rapporto risultava un abominio agli occhi del padre, Edoardo I che li divise mandando in esilio Peter Gaveston, l’amante del figlio, poi richiamato quando Edoardo II divenne re. Isabella da parte sua non doveva essere rimasta con le mani in mano e anche se le fonti attestano che ebbe dal marito legittimo quattro figli, è certo che ad un bel momento della sua vita si trovò anche lei un amante. Roger Mortimer. Nel frattempo Edoardo doveva fronteggiare l’insorgere di una guerra civile capeggiata dai nobili, i Lancaster in particolare, responsabili della morte del suo amante che lui voleva vendicare. Costretto ad un compromesso che prevedeva la rinuncia alla vendetta in cambio dell’aiuto militare dei nobili contro gli scozzesi, Edoardo perse il controllo sulle terre francesi che aveva acquisito col matrimonio con Isabella, sorella di Carlo IV il bello che proprio in quegli anni diventava re di Francia. Per non rendergli omaggio e prendere tempo Edoardo trovò la scusa delle barbarie francesi commesse sui suoi territori in Aquitania e non rese l’omaggio. Ciò provocò uno scontro armato tra Francia e Inghilterra che si concluse con l’intermediazione del Papa Giovanni XXII che a sua volta suggerì ad Isabella di fare da intermediaria presso il fratello. Isabella dunque giunse in Francia coi figli e si appellò al fratello il quale avrebbe restituito i territori confiscati in seguito all’offesa in cambio degli omaggi del re inglese, ma ancora una volta Edoardo mancò all’impegno e così il re di Francia volle che fosse il figlio maggiore di Isabella, Edoardo III, a salire al trono al posto del padre. Abominio per Edoardo che richiamò moglie e figli in patria, ma ormai il danno era stato fatto e la crisi politica che era sorta peggiorò in modo inesorabile. Isabella ormai aveva fatto volta faccia e si era schierata con la Francia, insieme ai baroni fedeli a lei e al suo amante Mortimer fomentò la ribellione contro il marito e nel 1327 Edoardo II veniva imprigionato e sostituito dal figlio, Edoardo III. Potrebbe essere dunque Isabella la donna del dipinto che fugge con i figli [2]? I tempi, stando alle cronache, coincidono: la crisi del regno si aggravò nel 1322 e fu probabilmente in quell’anno che si aprì il baratro tra Isabella ed Edoardo II. Isabella fu minacciata nella sua persona ed uno dei partigiani del marito [3] tentò di assassinarla, mancando il colpo e lei fu costretta a fuggire trovando rifugio nell’Hainaut [4] dove fidanzò il figlio maggiore a Filippa di Hainaut. Potrebbe essere dunque lei la donna che fugge con quanto forse ha di più caro?

 

Secondo noi il pittore avrebbe voluto rappresentare proprio Isabella. Essa era descritta dai contemporanei come una donna molto somigliante al padre nella fisionomia e poco alla madre. Essa inoltre era molto ricca, le fonti parlano di una donna che nel proprio guardaroba aveva abiti di seta, velluto, taffetà e stoffa, numerose pellicce, aveva oltre 72 acconciature e cuffie, aveva portato con sé due corone d'oro, stoviglie d'oro e d'argento e 419 metri di tela. Nel dipinto di Leighton la donna indossa vesti molto belle di damascato o broccato color bordeaux magnificamente ricamato, un manto di velluto rosso intenso e in testa indossa una cuffia composta da una retina dorata coperta da un velo leggero. L’abito, anche se non ne vediamo la struttura, per i disegni riportati dal pittore, rispecchia abbastanza fedelmente la moda del XIV secolo, specie quella francese che non si faceva mancare nulla, almeno nelle casate di stirpe reale. Oggi non è difficile reperire un tessuto simile con i colori bordeaux e oro. La passamaneria deve essere dorata, dello stesso oro del tessuto e senza lurex (brillantini, va bene lucido o opaco). Il mantello è realizzabile con velluto rosso (rosso intenso, sangue) foderato di seta dello stesso colore, ma si può anche foderare con pelliccia ecologica. Il velo è realizzabile con georgette di seta o chiffon di seta color bianco mentre la regina è realizzabile all’uncinetto con filo d’oro. Il bambino più grande indossa una tunica con lavorazioni semplici a scacchiera sull’orlo della tunica color ocra ed è protetto da una mantello di morbida pelliccia.

Il soldato indossa invece sopra la cotta di maglia una tunica che sembra recare come insegna un animale alato (un’aquila, ma non è possibile stabilirlo, essendo un’immagine poco nitida ed essendo il dettaglio disegnato nelle pieghe del tessuto della tunica) e sopra è coperto da un semplice mantello, di lana probabilmente con decorazioni o ricami scuri vicino agli orli.

Il barcaiolo è un uomo voltato di spalle, non armato ma comunque protetto da una cotta di maglia ed una tunica senza maniche.

Infine viene la figura del monaco, l’uomo che riceve la donna e che indossa un semplicissimo saio di canapa chiaro.

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Fonti bibliografiche e iconografiche:

Cavalieri ed armature

  • English Medieval Knight 1200-1300 di Christopher Gravett. Ill. di Graham Turner. Osprey ed. 2002 (Warrior 48) – 68 pp.
  • English Medieval Knight 1300-1400 di Christopher Gravett. Ill. di Graham Turner. Osprey ed. 2002 (Warrior 58) – 68 pp.
  • English Medieval Knight 1400-1500 di Christopher Gravett. Ill. di Graham Turner. Osprey ed. 2001 (Warrior 35) – 63 pp.
  • Knight. Noble warrior of England 1200-1600 di Christopher Gravett. Osprey ed. 2008 – 289 pp.
  • Costumi

  • Medieval Tailor's Assistant: Making Common Garments 1200-1500 di Sarah Thursfield. Quite Specific Media Group Ltd ed., 2001 – 224 pp.
  • Historical costumes of England – From the Eleventh to the Twentieth Century di Nancy Bradfield A.R.C.A. G.G. Harrap & Co. 3rd ed.
  • English costumes. Vol I Early English e II Middle Ages di Dion Clayton Calthrop. A. & C. Black ed. 1878

Personaggi

Queen Isabella: She-Wolf of France, Queen of England, 2006, London: Pimlico Books

 

http://en.wikipedia.org/wiki/Bascinet

http://en.wikipedia.org/wiki/Isabella of France and Roger Mortimer

http://en.wikipedia.org/wiki/List of English monarchs

http://it.wikipedia.org/wiki/Bacinetto

http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo IV di Francia

http://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo II d’Inghilterra

http://it.wikipedia.org/wiki/Isabella di Francia

http://it.wikipedia.org/wiki/Ugo Despenser il giovane

 

 

Note

[1] Ancora nel 1290 i soldati e i cavalieri indossavano prima il camaglio e poi l’elmo metallico che poteva avere una visiera semimobile, mentre nel XIV secolo camaglio ed elmo in molti casi sono un pezzo unico, anche se per riparazione o pulizia, la parte di maglia poteva essere in alcuni casi “slacciata” dal casco e successivamente rimontata.

[2] Solo due nel dipinto, il maggiore e il più piccolo in fasce ancora, essendo che l’ultimo figlio di Isabella, una figlia per esattezza, nacque nel 1321. Non era raro a quell’epoca affidare i propri figli alla cura di balie e istruttori, e tenere con sé il maggiore e/o il minore della nidiata.

[3] Ugo Despenser fu uno dei favoriti di Edoardo II d'Inghilterra, i privilegi di cui vennero investiti lui ed il padre scatenarono un violento conflitto interno. Era il figlio ed erede di Hugh le Despenser, I conte di Winchester, e di Isabella di Beauchamp, figlia di William de Beauchamp, IX conte di Warwick. Ugo Despenser divenne ciambellano reale nel 1318. Come cortigiano, Ugò manovrò per entrare nelle grazie di Re Edoardo II, rimpiazzando il precedente favorito, Roger d'Amory. Nel 1320 la sua tirannia era senza limiti. Era privo di scrupoli e avido e per questo si fece molti nemici, tra cui la regina Isabella che tentò di assassinare, senza però riuscirvi. Dopo la deposizione di Edoardo II e la vittoria di Isabella insieme al figlio e l’amante Mortimer i Despenser furono giustiziati a Londra (Ugo fu scapitozzato).

[4] È una provincia della Vallonia, una delle tre regioni del Belgio.

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